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L'ODIO NEL NOME

un quadro di Artemisia Gentileschi

regia Giovanni Di Piano

con Marianna Chiaramonte - Artemisia

        Giovanni Di Piano - Uomo


costumi Fabio Lo Piparo


collaborazione artistica Tiberio Ghitti

 

durata 60 minuti

 

progetto nato in collaborazione con Compagnia teatrale Olive a pArte 

Target: Superiori
Materie coinvolte: storia dell'arte

Il 19 luglio 1616 la figlia di Orazio Gentileschi versa i quattro scudi che inscrivono il suo nome ad vitam alla pagina 54 dei registri dell'Accademia del Disegno di Firenze.

Unica donna. La prima nella storia.
Artemisia è ormai padrona del proprio destino. Libera dalla gelosia del padre e dagli uomini che l'hanno ostacolata, invidiata, abbandonata, stuprata, non dipende che da se stessa.


Artemisia è passione folle, genio indomabile, demone che brama la gloria.

Artemisia è la Pittura.

 

Lo spettacolo corre lungo la vita di Artemisia Gentileschi, si scontra con i suoi impeti, scivola sulle parole in musica di Claudio Monteverdi.

Una donna e quattro uomini importanti, fondamentali, nel bene e nel male, per la vita e la carriera della pittrice seicentesca.

Quattro sono, infatti, i capitoli che scandiscono lo spettacolo:

 - Artemisia bambina e il padre, Orazio Gentileschi

 - Artemisia giovane donna e Agostino Tassi

 - Artemisia donna e il marito, Pierantonio Stiattesi

 - Artemisia pittrice e Orazio Gentileschi morente

Due le tele che ritornano ossessivamente, Susanna e i Vecchioni (1610)  e Giuditta che decapita Oloferne (1612-13), simboli della forza indomabile e del coraggio delle donne.

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